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I trulli di Alberobello storia, simboli, curiosità

È ormai noto il legame tra le costruzioni di architettura spontanea denominate Trulli e la cittadina simbolo della Murgia che da essi prende il nome, la Murgia dei Trulli appunto, Alberobello. Questo comune della città metropolitana di Bari, presenta la massima concentrazione di tali strutture, 1500 circa, tra i rioni di Monti e Aia Piccola. La cittadina sorge su due rilievi collinari, sul colle orientale vi è la città nuova, sul versante occidentale invece l’agglomerato urbano di trulli suddiviso nei due caratteristici Rioni Monti ed Aia Piccola.

Sommario

  • La storia dei trulli
  • La struttura architettonica
    • Il Pinnacolo
  • I simboli dei trulli
    • Il significato del pinnacolo
    • Il simboli sul cono
      • Simboli primitivi
      • Simboli pagani
      • Simboli magici
      • Simboli cristiani
      • Simboli grotteschi
  • I trulli da visitare ad Alberobello
  • Curiosità
    • Strutture simili ai trulli
      • I Tholos
      • I trulli di Harran
      • Le pagliare
  • Conclusioni

La storia dei trulli

Il motivo della presenza di tali strutture abitative in questo territorio, è da ricercarsi nel lontano XV secolo ed è dovuto ad un passato di natura prevalentemente agricola. Le ragioni che spinsero a realizzare proprio questa tipologia di costruzioni a secco, sono legate ad un editto del regno di Napoli che imponeva tributi ad ogni nuovo insediamento urbano.

I conti di Conversano, che avevano il potere sul territorio di Alberobello e sui braccianti provenienti da Noci qui condotti per bonificare e coltivare nella zona, chiamata “Selva”, concessero loro di realizzare delle costruzioni a scopo abitativo a patto che fossero facilmente removibili, grazie alla Chiave di volta, all’arrivo del Re, evitando così di pagare i tributi altrimenti imposti.

La struttura architettonica

Realizzati interamente a secco a lastre in pietra calcarea reperite nel territorio, i trulli, sono strutture che, seppur prive di elementi di sostegno, possiedono una straordinaria capacità statica, sono per questo oggetto di continui studi da parte di ingegneri e architetti internazionali. Nonostante essi sembrino tutti simili tra loro, presentano varie differenze nella pianta, nella presenza e nel numero di nicchie laterali e nella disposizione e dimensione dei comignoli.

Gli ambienti interni sono distribuiti attorno al vano centrale e la temperatura calda in inverno e fresca d’estate è garantita dallo spessore delle mura a doppio rivestimento e dalle finestre di cui sono dotati.
Importantissima per adempiere alla loro funzione, è la chiave di volta, spesso coperta da un pinnacolo decorativo. I tetti, anch’essi a doppio strato, sono dotati di un rivestimento interno a volta con pietra di forma conica, il cono esterno invece, impermeabile, è fatto di lastre in pietra calcarea, da sempre caratteristica del territorio della Murgia, note come chianche o chiancarelle. Il cornicione che sporge dai tetti fu pensato per raccogliere le acque piovane e farle convergere nelle apposite cisterne sottostanti.

Il Pinnacolo

Importantissima per adempiere alla loro funzione, è la chiave di volta, spesso coperta da un pinnacolo decorativo. I tetti, anch’essi a doppio strato, sono dotati di un rivestimento interno a volta con pietra di forma conica, il cono esterno invece, impermeabile, è fatto di lastre in pietra calcarea, da sempre caratteristica del territorio della Murgia, note come chianche o chiancarelle. Il cornicione che sporge dai tetti fu pensato per raccogliere le acque piovane e farle convergere nelle apposite cisterne sottostanti.

I simboli dei trulli

I trulli sono motivo di interesse anche per i simboli che li contraddistinguono. Sia i pinnacoli che i simboli in calce bianca. Sono stati catalogati più di 200 simboli definiti “esoterici” raggruppabili in 6 diverse tipologie, dipinti direttamente sulle chiancarelle dei trulli, sono portatori di messaggi mitologici, religiosi e propiziatori.

Il significato del pinnacolo

Anche il pinnacolo ha una sua simbologia, il suo significato può riguardare il tentativo di elevazione verso il cielo. Per alcuni potrebbe trattarsi della firma dei maestri trullari o semplicemente dei segni distintivi di appartenenza ad una determinata famiglia. Per altri, la loro origine è da ricondurre a una primitiva simbologia magica in quanto le forme che li caratterizzano nell’antichità erano connesse al culto solare, praticato dai popoli agricoli primitivi e documentato anche in Puglia fino al primo secolo A.C.

Il pinnacolo si presenta come un elemento cuspidato. È composto da quattro elementi sovrapposti, di cui uno inglobato dagli ultimi filari di chiancarelle di dimensioni più piccole, con le quali termina la cupola.
La secondo pietra, denominata “cannarile” ha una forma cilindrica o a cono tronco. La terza, è detta “carrozzola” o “scodella” a seconda della forma; l’ultima parte, chiamata “cocla”, può assumere svariate forme, le forme più comuni sono a sfera, tetraedrici, cruciformi, cuneiformi e a stella.

Nei trulli più antichi,la “cocla” è rappresentata da una piramide appena abbozzata, con base triangolare o quadrata. A volte essa diviene un poliedro cruciforme o stellato.
In altri casi è costituita da una sfera sormontata da una croce, emblema della cristianità. Per questi elementi, l’originario valore magico sarebbe stato sostituito progressivamente, da un significato religioso.
Nelle costruzioni più recenti, la modificazione del gusto estetico e le migliori conoscenze e capacità tecniche hanno permesso che le forme tradizionali fossero stravolte e sostituite da sculture antropomorfe o decorative.
Di varia forma e dimensione i pinnacoli sono dunque presenti su tutti i trulli.

I simboli a calce sul cono

Simboli primitivi

Fanno parte dei simboli primitivi tutti quei disegni dal significato non riconducibile ad alcun modello reale. sono, spesso intrecci di linee curve e diritte, di circoli e triangoli, di punti isolati e linee terminali, prevalentemente in numeri dispari tre, cinque e sette.
Il fatto che i medesimi segni siano presenti su antichi vasi o scolpiti lungo le pareti delle tombe primitive, confermerebbe l’arcaicità di tali simboli. A questa categoria appartengono anche i triangoli, invocazione alla Trinità, i cerchi, simboli di Dio, e i punti isolati, segni della miseria umana.

Simboli pagani

I simboli pagani sono legati al culto degli animali dell’antica Roma. Tali simboli, presenti perlopiù in zone rurali, hanno subito una progressiva modificazione interpretativa. L’aquila è diventata simbolo dell’anima che aspira al cielo. La testa del cavallo, del bue, del cane e il gallo rappresentano rispettivamente il lavoro, lo scongiuro da ogni sfortuna, l’emblema della famiglia e quello della vigilanza. Il serpente è segno di prudenza.

Simboli magici

Ogni auspicio ha assunto una specifica simbologia, spesso associata ad alcuni segni dello zodiaco. l’Ariete diviene segno di vita sana, il Sagittario è una preghiera propiziatoria affinché si fermino le saette dell’ira divina, quello dei Pesci protegge dai fulmini. I segni del Toro, dei Gemelli, del Cancro, del Leone e della Bilancia, sono augurio di fortuna, rispettivamente per gli abitanti della casa, per i fratelli, per i genitori, per i bambini e per gli sposi. Simboli di maggiore rilevanza sono il Sole e la Luna.

Simboli cristiani

Tra le raffigurazioni più numerose e varie, essi prendono spesso in prestito simboli magici e pagani, reinterpretandoli. Anche il primo Cristianesimo assunse simboli solari e astrali, modificandone però il significato. Tra i simboli troviamo sole, luna, ostia, cuore di Maria trafitto e il calice.

Simboli grotteschi

Principalmente espressioni estetiche del contadino, indicavano l’attività lavorativa dello stesso ed erano frutto della fantasia dei singoli proprietari.
Accanto alle iniziali del nome e cognome del proprietario, è dipinto a volte lo strumento principale del suo mestiere: una zappa, una falce, una bilancia, un martello, una pialla.
Presenti anche le raffigurazioni delle produzioni agricole: una spiga, un grappolo d’uva, un ramo di mandorlo in fiore, un ramoscello d’olivo. Accanto a questi, spesso la croce, simbolo propiziatorio e di scongiuro.

I trulli da visitare ad Alberobello

La maggiore concentrazione di queste strutture la ritroviamo proprio ad Alberobello, anima della Murgia dei Trulli che da essa prende il nome.

Questo luogo si distingue dai molti altri del mondo in cui sono state rinvenute strutture simili, per la continuità storica della loro realizzazione, tanto da essere parte integrante della cultura del popolo. Proprio per questo troviamo trulli risalenti a diversi periodi storici, i primissimi, realizzati totalmente a secco, subito distinguibili dai più recenti, con l’ausilio di calce e le strutture più imponenti.

Qui ad Alberobello i Trulli sono principalmente collocati nei due Rioni Monti e Aia Piccola e tra quelli di maggiore interesse troviamo:

  • Trullo Sovrano, unico trullo su due piani;
  • Il trullo siamese, due trulli con i tetti fusi a formarne uno unico;
  • La Chiesa di S. Antonio, edificata con l’intento di arginare il diffuso protestantesimo
  • Il Museo del territorio, costituito da quindici trulli uniti tra loro.

Curiosità

Queste strutture, che qui prendono il nome di trulli, sono presenti in realtà, in moltissime altre parti del mondo e non soltanto ad Alberobello e più in generale in Valle d’Itria. A volte cambia il materiale impiegato per la loro costruzione, altre differiscono un po’ nella forma, ma il principio con il quale sono costruiti è lo stesso.
Più genericamente, una casa ad alveare è un edificio costituito da un cerchio di pietre sormontato da un tetto a cupola il cui nome deriva proprio dalla somiglianza della sua forma a quella di un alveare.

Strutture simili ai trulli nel mondo

Gli antichi bantu usavano questa tipologia di abitazioni, che era fatta con fango, paglia e sterco di vacca. I primi coloni europei costruirono in Sud Africa strutture simili note come case a sbalzo. Le case alveare sono anche alcune delle più antiche strutture conosciute in Irlanda e Scozia, alle isole Baleari (talajots), alle isole Ebridi, in Cappadocia, erano ancora in costruzione fino al XIX secolo in Puglia (i trulli appunto) e  prima ancora in Sardegna dove venivano chiamate nuraghi.

I Tholos

Curiosa la somiglianza, notata per la prima volta dallo storico Giovanni Francesco Fara, la somiglianza tra questi e le tombe a tholos, monumenti funerari risalenti alla tarda età del bronzo. In archeologia per tholos si intende una sala circolare, a volte interrata e generalmente realizzata a scopo funerario, coperta con una pseudo cupola formata da file concentriche di conci sempre più aggettanti verso il centro fino a chiudere il vano senza così la necessità di realizzare una struttura spingente come quella delle “vere” cupole.

I trulli di Harran

Anche nella città di Harran in Turchia, ci sono delle case che imitano l'architettura dell'alveare e che esistono ancora oggi. Così come i trulli, la loro tecnologia costruttiva le rende fresche all’interno, supportando le esigenze climatiche della regione.

Le pagliare

Percorrendo le lunghe strade del Sud Salento, contornate da ulivi secolari, è impossibile non notare le costruzioni di pietra disseminate nelle campagne salentine. Si tratta delle pajare, conosciute anche come furni, furnieddhri, chipuri, caseddhe, turri, liame e calavaci. Simili ai trulli, realizzate con le pietre reperite sul terreno di lavoro, le Pajare nascono dalle esigenze lavorative dei contadini, hanno spesso avuto funzione di riparo per gli stessi contadini, i mezzi agricoli e gli animali, di segnalazione della proprietà ma anche di conservazione dei prodotti della terra.

Sul territorio salentino troviamo due principali forme di pajare: tronco-conica o tronco-piramidale.
Il sistema di costruzione delle pajare si basa sul principio della sovrapposizione progressiva di anelli concentrici di pietre informi chiusi in chiave da una pietra più grossa, come nei trulli quindi, non vi è utilizzo di cemento o collanti di alcun tipo.

I piccoli edifici denominati trulli dunque, non costituiscono un caso isolato: pur essendo strettamente legati alla natura dei singoli luoghi, queste costruzioni sembrano esistere da sempre e in molti luoghi, in forme molto simili tra loro. A prescindere da dove essi si trovino, sembrano riscuotere lo stesso fascino e senso di nostalgia.

Conclusioni

Flussi di persone da ogni parte del mondo giungono ad Alberobello ogni anno per visitare i suoi trulli; oggi è addirittura possibile pernottare all’interno di essi, molti dei quali, visto l’appeal riscosso sul visitatore, sono stati restaurati ed adibiti a case-vacanza. Essi offrono la possibilità di dormire sotto un tetto in pietra a forma di cono, in un’atmosfera intima ed accogliente.